Conoscere una città significa scoprire e percepire la cultura che la forma e trasforma. Non parlo dei musei e dei palazzi antichi, ma delle tendenze sotterranee. Delle spinte musicali e underground, dell’arte di strada. A Berlino è facilissimo rimanere incantati da una maestosa opera d’arte su un palazzo, ma anche noi abbiamo i nostri, rispettabilissimi, muri dipinti. E via Magliocco è imperdibile.

Il Comune ha sempre avuto politiche incoerenti al riguardo, e ogni giunta cambia direttive. Ci sono muri lasciati liberi, in cui si può dipingere legalmente. Ma si sa che spesso, questo, non piace. Io amo i murales, e quando viaggio cerco sempre i più stravaganti e allegorici. A Milano, oltre ai più famosi, non avevo mai provato a girare nelle periferie, sotto ai cavalcavia, vicino alle stazioni con il puro intento di trovarli. Ma oggi, a Ferragosto, con la città deserta, ho fatto proprio così. E ho scoperta via Magliocco.

Un intero muro con diversi disegni, tutti rappresentanti una diversa nazione del mondo. C’è l’Irlanda, c’è il Brasile, c’è il Marocco. E molto altro. Un tripudio di colori, di cultura, di significati. Un piacere per gli occhi.

 

Se si prosegue e si arriva in fondo a via Preda, ci sono due diversi sottopassi. Troverai un’incredibile rappresentazione di un incontro di boxe tra Mayweather e McGregor e due disegni pazzeschi nell’altro. Qui trovi alcune foto, ma vederli dal vivo è un’altra cosa. E soprattutto scoprire quelli di cui ancora nessuno sa nulla!