Io, Charles Fréger, non l’avevo neanche mai sentito. Purtroppo. Ma ci ho messo circa 5 minuti per innamorarmi dei suoi scatti onesti, intensi e pieni di energia. Di quell’energia che percepisci, ma non sai bene definire. D’altronde però, il raffinato gusto di Giorgio Armani e il suo amore per l’arte e la bellezza non potevano che essere garanzia di una nuova imperdibile mostra allo spazio espositivo di Via Bergognone. Avete tempo fino al 24 marzo e noi vi consigliamo davvero di non perderla: Fabula di Charles Fréger all’Armani Silos è una chicca da divorare con gli occhi e amare con la mente.
FABULA DI CHARLES FRÉGER ALL’ARMANI SILOS
La nuova temporanea in mostra all’Armani Silos è una retrospettiva personale sulla produzione ventennale del fotografo francese Charles Fréger. Più che semplice produzione artistica, quella di Fréger è piuttosto una vera e propria ricerca antropologica, dal carattere quasi enciclopedico, e a cui Fabula rende perfetto omaggio.

Classe 1975, Fréger ha da sempre concentrato il suo lavoro sulla rappresentazione poetica e antropologica di gruppi sociali forti e definiti, immortalando con il suo obiettivo individui appartenenti a comunità sportive, militari, scolastiche o celebrative.
Ed è proprio questa appartenenza ad essere il filo conduttore dei 250 scatti appesi alle pareti imponenti dell’Armani Silos. Lo sguardo attento ed empatico di Fréger si concentra sulla forma, sull’abbigliamento come manifestazione del gruppo e rivendicazione di un bisogno di appartenere, sulle pose plastiche del corpo che rivelano un’identità idealizzata. Si concentra sulla forma e sugli abiti, ma vedendoli come comunicazione non verbale di bisogni interiori e umani, come un tentativo di affrontare le proprie paure. E questo è qualcosa in cui tutti, forse, possiamo riconoscerci.

La mostra è organizzata in un susseguirsi cronologico di serie fotografiche diverse, dal 1999 al 2018. Le prime serie, come quella dei giocatori di pallanuoto (Water-Polo, 2000) o quella della squadra di pattinaggio su ghiaccio finlandese (Steps, 2001-2002), o ancora quella dei lottatori di sumo (Rikishi, 2002-2003), vi metteranno subito davanti al tema fulcro: scatti sistematici e uniformi dove protagonista è la divisa e ciò che rappresenta, e dove l’individuo stesso diventa la propria divisa, incarnando l’atteggiamento codificato che ci sta dietro. Lasciatevi colpire dalla potenza delle immagini e dall’energia sprigionata dal colore, altro elemento coesivo presente in serie come Asafo (2014), ritratti di una società segreta di guerrieri africani truccati con vivaci pigmenti blu, o Painted Elephants (2013).



Mentre avanziamo tra le sale del Silos, volti e corpi piano piano scompaiono, e la forma, la maschera, prende sempre più spazio sull’individuo. Wilder Mann (2010-2017) vi conquisterà, credo. Una campagna fotografica incentrata sui rituali tradizionali dell’uomo selvatico, è un punto di svolta nel lavoro del fotografo che mette ora in relazione la figura con il paesaggio e la natura, a cui l’uomo cerca (mascherato) di dare un senso.


L’aspetto teatrale arriva poi a prevalere completamente in serie come Mardi Gras Indians (2014), sul carnevale di New Orleans. Le forme diventano estreme e fuori contesto, e gli abiti prevalgono sugli individui, che sono ormai come creature scolpite.

Che consociate Charles Fréger o meno, questa è una mostra per tutti. Strizza l’occhio a quella volontà di esprimersi e definirsi attraverso gli abiti che è profondamente umana e più che mai attuale. E gli spazi dell’Armani Silos, in qualche modo impassibili e quasi austeri, ne sono una cornice perfetta.
Nelle parole del fotografo stesso: “Si ha l’impressione di visualizzare il succedersi delle immagini per capitoli, come se fosse la sublime architettura del Silos a dare ritmo alla mostra. C’è una sensazione di tempo ed evoluzione, una conversazione tra le stanze, i muri di cemento grigio e l’illuminazione precisa che danno il miglior risalto possibile al colore delle mie fotografie. Un’eco che crea un dialogo tra le eleganti silhouette di Armani/Silos e le uniformi, i costumi e le maschere rappresentati nelle fotografie”, Charles Fréger.
E se ancora non siete convinti, vi basti sapere che il catalogo/depliant della mostra è un album Panini che profuma di anni ’90, con annesse bustine e figurine da attaccare. Io sono quasi impazzita.

INFORMAZIONI PRATICHE SU FABULA DI CHARLES FRÉGER
- Indirizzo: Armani Silos, Via Bergognone 40, 20144, Milano
- Orari di apertura: dal mercoledì alla domenica, dalle 11:00 alle 19:00
- Durata della visita: almeno un’ora
- Accesso: biglietto intero €12, ridotto studenti e over 65 €6, altre riduzioni €8.50. Il biglietto permette l’accesso all’intera struttura dell’Armani Silos, mostra temporanea e collezione permanente.
- Sito web: https://www.armani.com/silos/
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