Milano è la nostra città. La viviamo ogni giorno attraverso le sue strade: le percorriamo, le cerchiamo, ne parliamo. Vi siete però mai fermati a riflettere sul nome delle vie di Milano? Ognuna nasconde la storia di un personaggio, di un evento storico o di un luogo, che merita di essere raccontato. In questo articolo farete un salto nell’odonomastica – ossia l’insieme dei nomi delle strade di una città – per scoprire le curiosità dietro a 10 vie di Milano.

ODONOMASTICA MILANESE: LE STORIE DIETRO AI NOMI DI 10 VIE DI MILANO

PIAZZA XXIV MAGGIO

«Il Piave mormorava/, calmo e placido, al passaggio/ dei primi fanti il 24 maggio».

Questa “piazza-non piazza”, crocevia di mille strade e altrettanti binari, prende il nome dalla data del 1915 che ricorda l’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale contro Germania e Austria. Nel cuore di quella notte, le truppe italiane oltrepassarono il confine italo-austriaco alla volta delle terre irredente (Trento, Trieste, l’Istria). Di questa piazza ricorderete certamente i Navigli e la Porta Ticinese, progettata dall’architetto Luigi Cagnola per volere di Napoleone e chiamata dai milanesi Porta Cicca, dallo spagnolo chica, “porta piccola”. Ma forse pochi avranno notato la maestosa quercia rossa lì a fianco, piantata proprio il 24 maggio del 1924 per ricordare i caduti della Grande Guerra.

Vie di Milano: Piazza XXIV Maggio
Vie di Milano: Piazza XXIV Maggio – © Roberta Novo

VIA PAOLO SARPI

Chissà cosa penserebbe Paolo Sarpi se sapesse che il suo nome è associato a una delle vie più caratteristiche di Milano, cuore della Chinatown meneghina. Nella sua vita (1552-1623), Sarpi fu un importantissimo storico e teologo della Repubblica di Venezia. Proprio questo suo ruolo lo portò a essere al centro della cosiddetta “guerra dell’interdetto” (1606), in cui la Serenissima venne “scomunicata” da Papa Paolo V a causa dell’arresto a Venezia di due preti cattolici accusati di reati comuni e per l’adozione di una serie di leggi volte al contenimento della proprietà ecclesiastica. La strenua difesa della Repubblica di Venezia costò a Paolo Sarpi non solo una scomunica personale, ma anche numerosi attentati – di cui uno molto grave, in cui i sicari lo colpirono con violenza lasciandogli un pugnale conficcato nel corpo.

Odonomastica: via Paolo Sarpi
Vie di Milano: via Paolo Sarpi – © Roberta Novo

VIA DELLA SPIGA

Ah, la moda! Via della Spiga è l’epicentro della moda e del lusso italiano, meta obbligata per turisti e curiosi che sognano in grande. Ci troviamo nel centro di Milano, in quello che un tempo era la Contrada della Spiga. Le origini del nome della contrada sono ancora dubbie: alcuni sostengono che derivi dalla famiglia Spighi, contemporanea del duca Francesco II Sforza, mentre per altri si deve all’incisione della parola “spica” su una lapide presente nel convento delle Orsoline di Santo Spirito (andata persa durante le ricostruzioni della struttura). Forse si faticherà a crederlo, ma questa strada parla una storia fatta di ribellioni e moti controcorrente: vi crebbe l’insurrezione risorgimentale, fu il punto di riferimento della Scapigliatura milanese e segnò la storia della moda con l’avvento del pret-à-porter negli anni ’60, in contrasto con la sartoria borghese romana.

PIAZZA GAE AULENTI

Fiore all’occhiello della Milano che guarda al futuro, questa piazza dal design unico è stata inaugurata nel 2012, anno della scomparsa di uno degli architetti e designer più importanti del Novecento italiano. Se già la conoscevate, è perché Gaetana Emilia Aulenti, detta Gae, è riuscita a spiccare in un mestiere in quell’epoca prettamente maschile, portando il suo approccio da intellettuale nel mondo dell’architettura del dopoguerra italiano. Contrapponendosi al razionalismo di quegli anni, abbracciò lo stile del Neoliberty: celebri sono la sua lampada Pipistrello e la poltrona a dondolo Sgarsul. Sapevate che è il Museo D’Orsay di Parigi deve a lei la sua struttura odierna? E che l’attuale aspetto di piazzale Cadorna è opera della sua ristrutturazione urbanistica?

Odonomastica: Piazza Gae Aulenti
Vie di Milano: Piazza Gae Aulenti – © Roberta Novo

CORSO XXII MARZO

1,2 km di negozi, di binari del tram e traffico: corso XXII Marzo è una delle vie di Milano più importanti dal punto di vista commerciale, seconda solo a Corso Buenos Aires. Traccia il punto cardinale Est della città, tagliando perpendicolarmente tre circonvallazioni e sbucando in piazza Cinque Giornate. Non è un caso: il 22 marzo 1848, data che dà il nome alla strada, si ricorda come la penultima delle giornate di insurrezione meneghina contro la dominazione austriaca, tassello fondamentale per il Risorgimento italiano. Quel giorno fu decisivo per la vittoria dei milanesi, grazie all’assalto a Porta Tosa (in seguito per questo motivo chiamata Porta Vittoria), che fu conquistata a notte fonda sotto la luce degli incendi mentre veniva issata la bandiera tricolore. Gli austriaci di Radetzky si ritirarono nella notte tra il 22 e il 23 marzo 1848 portandosi dietro 19 ostaggi.

Vie di Milano: Corso XXII Marzo
Vie di Milano: Corso XXII Marzo – © Roberta Novo

PIAZZA OBERDAN

Forse pochi di voi chiamano questa piazza con il proprio nome, preferendo un “ci vediamo all’uscita della metro”. Punto nevralgico della città, la piazza che si estende tra le due porte nord e che accoglie la fermata di Porta Venezia deve il suo nome a Guglielmo Oberdan, definito il primo martire dell’irredentismo. Triestino di origini, sposò la causa della liberazione di Trieste per tutta la sua vita. Credeva così tanto in questo ideale da spingersi al martirio: in occasione della visita dell’Imperatore Francesco Giuseppe a Trieste, architettò un attentato per assassinarlo. Il piano venne scoperto prima di essere portato a compimento e Oberdan fu arrestato e impiccato. Per gli austriaci era un traditore che aveva attentato alla vita dell’Imperatore, ma per gli italiani era un patriota morto per difendere l’Italia.

Odonomastica: Piazza Oberdan
Vie di Milano: Piazza Oberdan – © Roberta Novo

VIALE PAPINIANO

Non si può dire “viale Papiniano” senza abbinare “mercato” o “Esselunga”. Il viale più legato al mondo del cibo di tutta Milano trova battesimo nel nome di Emilio Paolo Papiniano: un giureconsulto romano ricordato ancora oggi per la sua saggezza e l’importanza che ebbe nel suo tempo come maestro e uomo politico. Un aneddoto curioso ve lo renderà indimenticabile: Caracalla, che uccise suo fratello Geta per regnare da solo, ordinò a Papiniano di comporre un discorso di scuse per il fratricidio commesso. Papiniano si rifiutò, rispondendo che “era cosa assai più facile commettere un parricidio che scusarlo, e che era un secondo parricidio l’accusare un innocente ucciso”. Papiniano pagò cara la saggezza di questo rifiuto, tanto da essere decapitato dall’imperatore nel 213.

CORSO SAN GOTTARDO

San Gottardo è il nome di uno dei valichi più importanti dell’arco alpino. Ma non è per questo motivo che il Comune di Milano scelse di dare il nome al corso che segue il Naviglio Pavese e sbuca su piazza XXIV maggio. San Gottardo fu infatti un monaco benedettino, abate di Altaich e vescovo di Hildesheim, in Germania. Visse con instancabile zelo a cavallo del primo millennio, diventando uno degli architetti più famosi del suo tempo grazie a una grande attività di costruzione di chiese avviata sotto la sua direzione. A lui è dedicata la chiesa che sorge all’inizio del corso San Gottardo, la cui facciata cinquecentesca è stipata in mezzo alle case e ai negozi.

Nel XVIII secolo la chiesa era il punto di riferimento del borgo, detto borg di formagiatt, nome derivante dalle circostanti abitazioni di contadini che si dedicavano alla produzione di formaggi. Sapevate che ancora oggi sopravvivono alcune “casere” all’interno del portone al civico 18?

Vie di Milano: Corso San Gottardo
Vie di Milano: Corso San Gottardo – © Roberta Novo

VIA DELLA MOSCOVA

L’origine di questa via di Milano, che dà il nome a una delle fermate più importanti della M2, è da ricercarsi in epoca napoleonica. Prima del dominio francese, era una lunga strada circondata da casette e orti e divisa in tre tronchi: stradone di Sant’Angelo, di Santa Teresa e strada di Porta Tenaglia. Proprio Napoleone Bonaparte rinominò l’originale via di Santa Teresa in via della Moscova, dal fiume che attraversa la capitale russa, in memoria della battaglia del 1812 della Grande Armata durante la campagna di Russia. Dagli scavi del tempo emerse che quella era una zona di cimiteri, in cui la chiesa di San Carlo divenne prima sede della Zecca e infine Manifattura Tabacchi, per la fabbricazione di tabacco da pipa, sigari e sigarette.

Odonomastica: Via della Moscova
Vie di Milano: Via della Moscova – © Roberta Novo

VIA FIORI CHIARI/VIA FIORI OSCURI

Non si può parlare di via Fiori Chiari senza citare la sua nemesi, via Fiori Oscuri. Queste due famose strade del quartiere Brera raccontano una storia, anzi, tre storie sull’origine del loro nome. Secondo alcuni deriverebbero dal fatto che in questa zona vi erano diversi giardini, nei quali si coltivavano da una parte fiori di colore chiaro e dall’altra fiori di colore più scuro. Per altri i nomi derivano dagli stendardi delle due contrade confinanti di cui erano parte le strade: scacchiera bianca e rossa per lo stendardo di Porta Comasina (via Fiori Chiari), stendardo a scacchiera bianca e nera per la contrada confinante di Porta Nuova. L’ultima ipotesi – la più famosa e suggestiva, sebbene meno probabile – starebbe nel fatto che in una via c’era un collegio femminile e nell’altra un bordello.

Vie di Milano: Via Fiori Chiari e Via Fiori Oscuri
Vie di Milano: Via Fiori Chiari e Via Fiori Oscuri – © Roberta Novo

Se questo viaggio nella storia dei nomi delle vie di Milano vi è piaciuto, continuate a esplorare la città nelle sezioni del blog dedicate alla storia di Milano e agli itinerari. 


Questo articolo è stata scritto da Roberta, fondatrice della pagina @leviedimilano: l’account per i curiosi, per gli amanti della città e per chi non smette mai di farsi domande. Nella sua pagina, Roberta racconta Milano attraverso i personaggi, i luoghi e i fatti che danno il nome alle sue strade.