Milano è in grado di regalare immense soddisfazioni a chi ogni tanto alza gli occhi al cielo. Camminando col naso all’insù potete imbattervi in meravigliosi palazzi d’epoca così come in incredibili pezzi di street art. Ed è proprio alla scoperta della più democratica delle forme d’arte che voglio portarvi oggi. Pronti ad una visita guidata nel grande museo a cielo aperto della street art a Milano?
UN ITINERARIO DI STREET ART A MILANO
La street art a Milano di Blu e Orticanoodles: partenza da via Conchetta
La nostra visita comincia a pochi passi dal Naviglio Pavese, in via Conchetta. Qui si trovano due murales di grande impatto, anche se molto diversi tra loro per forma e intenti: la facciata del centro sociale Cox 18, dipinta da Blu, e il pezzo del collettivo Orticanoodles, realizzato in occasione della Milano Music Week.
BLU, COX 18 – VIA CONCHETTA 18 – tram 3, bus 59, 71, 90
Blu è un artista marchigiano, di Senigallia, che ha iniziato la propria produzione artistica sui muri di Bologna. Di lui non si sa quasi niente, se non la sua volontà di mantenere le distanze dai contesti “tradizionali” che costringono l’arte in luoghi chiusi e istituzionali. È sempre stato per la fruizione pubblica e gratuita dei suoi lavori e nel 2016 ribadisce questa posizione con un gesto significativo. Cancella infatti le sue opere da tutti i muri di Bologna: il Comune aveva deciso di prelevare alcuni disegni dai contesti degradati dov’erano stati realizzati per esporli in una mostra convenzionale sulla street art a Palazzo Pepoli. Niente di più lontano dalla mentalità di Blu, che compie questo gesto forte in segno di protesta.
A Milano realizza diverse opere tra cui la facciata di Cox 18, famoso centro sociale milanese, proprio nei giorni in cui veniva forzosamente sgomberato. Il centro è stato occupato nuovamente e resiste ancora grazie all’affetto di persone comuni e artisti. Al proprio interno, infatti, il centro ospita numerose altre opere di writers che hanno deciso di lasciare proprio qui un segno del loro passaggio.

ORTICANOODLES, MUSIC IS A NEVER ENDING JOURNEY – VIA CONCHETTA ALL’ANGOLO CON VIA TROILO – a piedi
Gli Orticanoodles hanno realizzato poco più in là un murales di 400 metri quadrati dedicato alla inaugurazione della Milano Music Week. Rappresenta un enorme cuore pulsante in una costellazione che accoglie tutti i generi e gli strumenti musicali del mondo. Si presenta come un’opera in divenire: gli artisti hanno volutamente lasciato spazi “vuoti” che potranno essere riempiti con i nuovi generi che si affermeranno nel futuro dinamico e imprevedibile del panorama musicale. Particolarità dell’opera, l’utilizzo di vernici fluorescenti, che la rendono fruibili anche di notte e che danno l’impressione di trovarsi realmente di fronte ad una scintillante costellazione!

La street art a Milano di 2501 e Zed1: la zona attorno alla Fondazione Prada
Attorno alla Fondazione Prada si sviluppa un importante punto di riferimento per l’arte contemporanea, facilmente raggiungibile con la 91. Nelle vicinanze, in via Brembo, potete ammirare e fotografare i murales di 2501 e Zed1.
ZED1, CUCIMILANO – TRA VIA BREMBO E VIA BENACO – bus 91
Si è parlato molto di CuciMilano, di recente, perchè è stata al centro di una polemica per cui rischiava di dover cedere parte del proprio spazio a favore di quello occupato da un cartellone pubblicitario. Il murales era nato tenendo già conto di questo cartellone ed era riuscito ad inglobarlo sapientemente. Ma in conseguenza a questa richiesta, l’opera avrebbe rischiato di scomparire. Dopo numerose discussioni, proteste e raccolte fondi, l’esito si è rivelato a favore dell’artista: il sindaco Sala ha infatti deciso di preservare l’opera nella sua integrità. Avete quindi la fortuna di ammirarla ancora, sulla facciata di un palazzo in via Brembo angolo via Benaco, nella periferia sud-est della città.

2501, MANDALA – VIA BREMBO, 29 – a piedi
A pochi metri campeggia l’imponente murales-mandala di 2501, nome d’arte di Jacopo Ceccarelli. L’artista di origine milanese fonda la propria arte sulla gestualità più che sulla forma derivante da essa. L’opera riprende infatti l’arte del Mandala della tradizione buddhista, che non dà solo vita ad una sorprendente opera d’arte, ma anche e soprattutto ad un importante momento di meditazione e di spiritualità.

La street art a Milano di Millo in Cinque Giornate
Proseguendo su Corso Lodi e poi su Viale Umbria, in 30 minuti circa di camminata si arriva in zona Cinque Giornate. Qui, in via Morosini, si trova un’opera ormai conosciuta ma che non può non essere menzionata in un itinerario sulla street art a Milano: Love Seeker, di Millo.
MILLO, LOVE SEEKER – VIA MOROSINI, 8 – a piedi
Occupa le facciate di due palazzi che costeggiano il Giardino delle Culture, e si inseriscono in una serie di progetti di rigenerazione urbana di cui la città di Milano si sta facendo sempre più promotrice. Nel mare di edifici bianchi e neri disegnati dall’artista, saltano subito all’occhio, oltre ai due bellissimi personaggi, due enormi cuori rossi che contrastano in maniera quasi prepotente con alcuni muri grigi e quasi scrostati che li circondano. Le sue opere ci ricordano che la bellezza può, e deve, essere trovata anche nelle periferie della capitale meneghina, che possono essere fonte di grandi sorprese per chi ha voglia di cercare: questa filosofia si abbraccia soprattutto con il suo altro murales a Milano.

Blu, Ericailcane, Bartocci: un giro tra Palestro e Duomo
Dal Giardino delle Culture potete prendere il 12, scendere a Porta Venezia e passeggiare fino al PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea): a Palestro avrete occasione di scoprire il murales che gli artisti Blu ed Ericailcane hanno realizzato su commissione del museo nel 2007.
BLU E ERICAILCANE, ANIMAL FACTORY – VIA PALESTRO, 14 – con il 9 o a piedi
I due hanno dato vita ad un’opera controversa all’interno del PAC, che nell’anno del suo decennale ha anche rischiato di essere cancellata. Il muro raffigura infatti una sorta di girone infernale estremamente ordinato e popolato da tante piccole creature, uomini e bestie, che si rivolgono e adorano la montagnola bianca che campeggia al centro, che rappresenta ciò che gli artisti definiscono l’oro bianco della città: la cocaina. Vediamo i personaggi compiere ogni tipo di abominio per poterla avere. L’opera si intitola, non a caso, “Animal Factory”, una citazione al capolavoro di George Orwell. Viene usato solo il bianco, che ha un potere fortemente simbolico e rende tutti simili, protagonisti dello stesso tipo di degenerazione.

GIORGIO BARTOCCI, ALL’INTERNO DELLO ZEN ZERO CAFFÈ – VIA FESTA DEL PERDONO, 1 – con la metrò rossa, scendendo a Duomo
Ritornando a Palestro, la metro rossa vi porterà direttamente alla prossima tappa del tour: lo Zen Zero Caffè, in via Festa Del Perdono, dietro l’Università Statale. Milano infatti nasconde sorprese anche nei suoi numerosi bar e locali. Vi potrete così concedere una meritata pausa caffè e allo stesso tempo ammirare l’opera di un altro artista molto attivo a Milano: Giorgio Bartocci.

Lo Zen Zero è un locale ecologico e accessibile, nato da un’idea del proprietario Zain Dar in seguito ad un incidente che lo ha costretto sulla sedia a rotelle. Zain (detto Zen) voleva un locale dove poter lavorare senza fare acrobazie e potersi muoversi in totale agilità. Lo spazio è stato realizzato da un team di architetti ad hoc per queste esigenze, ed è stato trasformato esteticamente dalle opere di Bartocci che ricoprono il soffitto e le pareti, e reso caldo da una serie di luci a bulbo. L’artista ha all’attivo una serie di muri in città, alcuni visibili altri meno, e questo rende la scoperta delle sue opere una sorta di caccia al tesoro.
Microbo, The Don e Bo130 in Isola
Raggiungendo poi il Duomo potete usare la linea gialla della metro per raggiungere Piazza Tito Minniti. Siamo nel quartiere Isola, una delle zone periodicamente scelte dagli street artist milanesi per arricchire la città di nuovi interventi. Tra questi il muro risultato dalla collaborazione di tre artisti: Microbo, The Don e Bo130.
MICROBO, THE DON, BO130 – PIAZZA TITO MINNITI – con la metrò gialla, scendendo a Zara
Seguendo il comune denominatore del blu, il mondo irreale di Microbo si fonde alle figure tondeggianti di Bo130 e alle campane decorate di Don, in un insieme del tutto armonico, pur mantenendo ognuno la propria individualità.

Street art a Milano: l’imponente murale di Eron a CityLife
In poche fermate di metro lilla si raggiunge la zona di CityLife, famosa per i suoi grattacieli e la sua impronta totalmente moderna. Qui Eron, artista originario di Rimini, ha realizzato nel 2018 uno degli interventi murali più grandi del mondo: W.A.L.L. – Walls Are Love’s Limits.
ERON, WALL – NEL PARCO DI CITYLIFE – con la metrò lilla, scendendo a Tre Torri
Mille metri quadrati di immagini poetiche e dal forte significato politico. L’opera, infatti, come suggerisce il nome stesso, vuole far riflettere su tutti i muri sbagliati eretti dalla società nel corso del tempo. Per aderire ancor meglio a questo concetto, tra due anni l’opera verrà demolita per volontà dell’artista; si compirà quindi metaforicamente nel momento della sua distruzione. Avete quindi ancora un po’ di tempo, e io vi consiglio davvero di regalarvi una visita.

Questi erano alcuni dei miei muri preferiti in città, ma non si esauriscono certo qui! Per conoscere altre bellissime opere di street art a Milano vi invito a dare un’occhiata a questa sezione del blog!