“Hajimemashite” (piacere in giapponese): è così che inizia il menù della Gastronomia Yamamoto, e la cena qui un piacere lo è stato davvero. Siamo nel pieno centro di Milano, dietro via Torino e Piazza Sant’Alessandro, vale a dire una di quelle zone in cui non si capita praticamente mai per cena – anche se più vicino alla Madonnina c’è da qualche anno il mio punto di riferimento per i ravioli, Pasta B.

Mi ero segnata la data di apertura di questa gastronomia a Milano sull’agenda, e in effetti se non avessi avuto la certezza di dove cercare avrei semplicemente tirato dritto per mancanza di insegna e perché ad un’occhiata da fuori sembra un bel bar rinnovato (l’insegna sopra trae in inganno). Invece il banco frigo che avevo intravisto ospita delle vere e proprie meraviglie, da provare sia a pranzo che a cena, sia in loco che da asporto nei colorati bento box.

Il menù è ancora in fase di sviluppo, ci sono pochi piatti ma fatti con estrema cura, alcuni perfettamente sconosciuti ma tipici di una vera gastronomia giapponese – è l’autenticità che si vede, si percepisce e si assapora a premiare questa attività. Ad ogni modo se avete paura di non sapervi destreggiare non c’è da preoccuparsi perché le proprietarie e ideatrici di Yamamoto, madre e figlia, sono in sala prodighe di gentilezza e consigli per aiutarvi nella scelta. Shih Chy Yamamoto inoltre ha aperto Nobi’s Cafè e Zakuro ed è stata tra le prime a far conoscere gli onighiri anche a Milano, quindi abbiamo dovuto provare la famosa polpetta di riso, qui proposta con tonnetto secco – ottima. La cena è andata avanti con salmone grigliato con daikon grattugiato, una ciotola di teriyaki di pollo e un sandwich con la cotoletta di maiale accompagnata dalla salsa tonkatsu (e riporto direttamente la citazione del menù “Uè, anche in Giappone mangiano la cotoletta”).

Il responso sui piatti di questa cena? Il salmone tenero, succoso, saporito, in una parola fantastico (e a me di solito manco piace particolarmente il salmone alla griglia), il pollo morbido, umido dentro e leggermente caramellato fuori, con il liquido di cottura che ha finito per bagnare lievemente l’insalata e rendere fantastica anche quella, fate un po’ voi. Il sandwich poi è stato il pezzo forte – già al tavolo accanto avevo sentito un “questo sandwich è divino” che aveva creato una qual certa aspettativa – alla pratica il mio ragazzo si è mangiato la sua metà con gioia rara.

Se non volete spostarvi dal Giappone neanche sul bere potete provare la birra Echigo, l’unica in lista effettivamente made in Japan, che si potrebbe paragonare ad una buona birra artigianale. È vero che costa un po’ più delle altre, ma vi assicuro che non peserà eccessivamente sul vostro conto: per questa cena da Yamamoto abbiamo speso in totale 45€ e a Milano, con questa qualità, succede ormai un po’ di rado. I prezzi per le pietanze più tipiche di una gastronomia giapponese si aggirano intorno ai 5€, i piatti che abbiamo provato noi intorno agli 8€ e infine i più costosi – sashimi, bistecca e anguilla – sui 15€.

L’ambiente è ancora un po’ spoglio eppure mi piace tantissimo, lo trovo luminoso, calmo, accogliente ed elegante con semplicità, i colori sono studiati con cura e hanno dei piacevoli contrasti. Ho adorato perfino i piatti, per non parlare dei bicchierini – fatti dalla signora Yamamoto – in cui ci è stato offerto una sorta di limoncello giapponese buonissimo, a base di un agrume che si chiama yuzu. Insomma il cibo è ottimo e ben cucinato, il servizio in sala attento e gentile, l’accoglienza calda: praticamente credo che la gastronomia Yamamoto sia uno posti in cui ho avuto più piacere a fare una cena a Milano negli ultimi mesi.

Gastronomia Yamamoto
Via Amedei, 5
Mar/Sab 12.30 – 15.30 e 19.30 – 23
Lun 12.30 – 15.30
Domenica chiusura