Trovare in ambito artistico-culturale le piccole meraviglie di Milano non è cosa semplicissima. Ma oltre ai Giganti del Duomo, del Castello Sforzesco&co ci sono piccole bellezze nascoste. Mangiare bene e trovare i posti giusti è importante, ma lo è ancora di più godersi la città a 360 gradi. E se hai un amico che conosce gli aneddoti più improbabili della citta, ancora meglio! Ti consiglio quindi una mattinata alla chiesa di San Bernardino alle Ossa (con sosta da Jarit, perchè il cibo resta sempre un valido accompagnatore!)
Hai una mezza giornata libera? Goditela in modo diverso! Scendi in Duomo, cammina lungo il Palazzo Reale e arriva in Piazza Fontana. Attraversa via Larga andando in Piazza Santo Stefano e guarda il portoncino della chiesta a sinistra della Parrocchia di Santo Stefano. Da lì accedi all’Ossario, attraverso un piccolo corridoio sulla destra.
Milano in pillole – di Andrea Tosini.
Siete mai stati nei pressi della chiesa di San Bernardino alle Ossa la notte tra l’1 e il 2 novembre? No? Forse è meglio, altrimenti avreste assistito a uno spettacolo veramente spaventoso! La leggenda vuole che, durante quella notte, il teschio di una bambina conservato a sinistra dell’altare si risvegli e inizi a parlare, coinvolgendo tutti gli altri scheletri in una danse macabre all’interno della cappella! Non c’è bisogno di entrare nella chiesa o di spiare dalle finestre per farsi venire i brividi: si dice che il rumore delle ossa che cigolano si senta fino dal Verziere!
Prima o dopo la visita c’è un ristorantino davvero particolare, che vale la pena di provare se si è in zona. “Jarit nasce dall’idea di racchiudere dentro un vasetto un’esperienza gastronomica”, ed è proprio così. Tutti i piatti sono realizzati in vasocottura, una tipologia di cucina che sfrutta il vapore che si crea nel vaso, che resta chiuso, conservando tutte le proprietà nutritive delle pietanze e sprigionando degli odori incredibili. I barattoli (che oltretutto sono una meraviglia alla vista) vengono aperti direttamente in tavola, un piacere per i sensi.
E per finire, una passeggiata tra i chiostri della Università degli Studi non guasta mai…