Il freddo e l’inverno s’avvicinano, la voglia di polenta – per me – aumenta. Ma non solo: il calore di una baita, il fuoco del camino, il legno delle pareti. Atmosfere che a me riempiono il cuore. E poi, d’inverno, l’appetito aumenta e con lui la voglia di qualcosa di godurioso. Alla Trisa sembra proprio di essere in una casa di montagna, con le boiserie in legno scuro e le ampie vetrate sul giardino. Un ambiente caldo, accogliente, che non passa mai di moda, accompagnato da sostanziosa – ma raffinata – cucina trentina.
Alla Trisa vado da quando sono piccola. E’ uno dei ristoranti di famiglia, che hanno anche accompagnato molti pranzi con mia madre quando veniva a prendermi all’uscita dell’amato e odiato Beccaria (il liceo, non facciamo facili umorismi!). Qui ho sempre mangiato benissimo, ma non ci tornavo da tantissimi anni. Per una reunion familiare l’ho riprovato e ne è valsa davvero la pena.
La Trisa, innanzitutto, è un ristorante di una volta, in cui si è accolti con tutti i crismi ma senza finta pomposità. L’ingresso dai colori caldi, il legno, la scrivania di antiquariato e i buoni vini alle pareti ti immergono da subito nell’atmosfera. La prima saletta, piccola e raccolta, ha pochi coperti per garantire tranquillità e intimità. Ma la mia sala preferita è la successiva, che privilegia ancora una volta la tranquillità, grazie ai pochi tavoli tutti “affacciati” sulle ampie vetrate, che danno la sensazione di una veranda invernale. Il soffitto in legno è meraviglioso. D’estate c’è anche un piccolo giardino.
Veniamo al cibo, che ancora ricordo con immenso piacere. Il menù della Trisa varia a seconda della stagione. Noi abbiamo provato un po’ di tutto: le frittelle di carciofi con polenta, tartufo nero e fonduta di formaggio fuso, il foie gras d’anatra su polenta con testa di porcino, radicchio e speck (il piatto che più ci è piaciuto), la pasta di farina di castagne con sugo di capriolo, la polenta con i funghi, la tagliata d’anatra, il lavarello e la tagliata di vitello. Tutto ottimo. La cucina è corposa, saporita, gozza. E’ il gusto di cui ho voglia quando arriva l’inverno. Formaggio, polenta, funghi, speck la fanno da padrona, con ingredienti di altissima qualità. Le porzioni non sono abbondanti, ma i sapori decisi lasciano grande soddisfazione. La sazietà penso si raggiunga con due portate: per noi quattro, è stato così. La cura e la raffinatezza della presentazione donano qualcosa in più ad una cucina tradizionale e, in un certo senso, del passato. Abbiamo concluso con un ottimo strudel, ovviamente, e accompagnato il tutto con il Marzemino.
Il coperto è un altro elemento molto curato, il servizio è professionale. I prezzi sono quasi da ristorante da occasione speciale: 15€ tutti gli antipasti e i primi, 20€ i secondi, 3€ il coperto. La Taverna della Trisa, un po’ come L’Uccellina, non è forse il posto per tutti i giorni, ma sicuramente il ristorante giusto per concedersi qualcosa di qualità, buon gusto e adatto alla famiglia.
La Taverna della Trisa
via Ferrucci, 1
Tel. 02 341304
Mar/Dom 12.30-15 (menù pranzo) 19-23